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HANNO SCRITTO
Maestro William Tode
Gonzaga (Mn)
RAGIONAMENTI INTORNO ALLA PITTURA DI FERNANDA PASINI
La breve ma intensa esperienza oggettiva e naturalistica della pittura di Fernanda Pasini si è consumata in succinte composizioni, direi quasi dal sapore metafisico, intimistico; nature morte di oggetti comuni, conchiglie che già nella loro spazialità d’intorno, esprimono il disagio profondo dell’artista nel perseguire un tonalismo plastico di formazione accademica e novecentista, pervaso però da un ansimo di inquietudine esistenziale che prelude ad una ricerca sensitiva e liberatoria, in una dimensione onirica intrisa di astrazione. Astrazione molecolare dove il colore, luminosissimo, si decompone in un affascinante “pontellisme” originale e le interiori tensioni emotive dilagano magmaticamente in una spazialità assoluta senza più riferimenti al mondo circostante, che esprime un sovrumano bisogno di purificazione liberatoria, l’evasione da un mondo e da una realtà materialistica per ritrovare quell’interiore armonia spirituale di un’anima romantica e sognatrice.
La pittura come lavacro, instanza vitale di un sogno giammai sognato, perseguito dal travaglio morale dei moti controversi di un’anima assetata di luce ed eterna primavera – giovinezza.
La 42° edizione del “Premio Nazionale città di Legnago”, dove un lusinghiero successo di critica ed un premio, rappresenta per l’artista modenese un momento di verifica estetica e di maturazione, la presa di coscienza definitiva che la sua strada, oramai definitivamente tracciata, apre verso la istanza di un Cubofuturismo in armonica consonanza con la sua ideale aspirazione ad un moto perenne liberatorio.
Certamente i rigori formali ed estetici del plasticismo di un “cubismo orfico” imprigionano la natura lirica e spiritualizzante dell’artista; da qui la sua intuizione sensibile di deformare l’immagine archetipa in una propulsione dinamica esteriore che si propaga come petali al vento di fantasmagorici fiori multicolori per ogni latitudine della superficie del dipinto il quale, a fatica, contiene tutti gli elementi della composizione frantumata in una miriade di tessere musive che determinano la sua aspirazione al tutto dinamico – cosmico, summa della sua libertà esistenziale.
Io ho condotto per mano Fernanda tra le insidie formali dell’utopia dell’eterno moto, mostrando le sottese linee-forza degli elementi e delle forme che ci circondano, cercando di coniugare con sensibilità e fantasia il coacervo intricato della sua natura squisitamente femminile e contraddittoria, eternamente in conflitto
temperamentale, tra le istanze dell’anima romantica e la materia, con le sue passioni, i suoi tormenti e le sue lacerazioni.
L’arte come un diario quotidiano, vicende di vita che diventano poesia e musica in una perenne fusione lirica tutta intrisa di una fantastica dimensione onirica che, per elezione, aspira ad una astrazione liberatoria e cerca comunque tutto, anche di preservare un fragile ricordo di quella oggettività esteriore che conserva la matrice archetipa della memoria fuggevole e precaria di una molecola di natura.
Il 2005 diviene un anno importante e fondamentale per Fernanda Pasini, con una poderosa ed ininterrotta creatività felicissima, in un crescendo che ci regala opere di una rara maturità e chiarezza formale, come “Dinamiche di una rosa”, tutto il poderoso ciclo in omaggio alla civiltà dell’Egitto, con oltre trenta opere.
La memoria mi sovviene rievocando esperienze ed istanze comuni, quali il fantastico “Tango argentino” con la sua dinamica propulsiva e centripeta ove anche il colore, oltre alla forma, concorre a determinare le appassionanti evoluzioni musicaliste dei ballerini; i suoi “Stati d’animo”, liriche e musicali evasioni formali dove la geometria dinamica diviene moto perenne di istanze morali e vitali della natura umana ed il colore si carica delle suggestioni temperamentali e analogiche della patologia del colore con la musica, secondo i dettami delle mie decennali ricerche ed esperienze.
In “Nudo nel sole d’estate in un giardino”, in “Armonia della chiave di violino” e soprattutto in “Chitarra” l’artista modenese ci palesa con potenza evocativa e struggente sensibilità il suo mondo artistico ed estetico; forme opulenti e ricche di propulsioni creative e sensibili, pervase di un incantamento lirico e poetico, lacerate da sottese tensioni dinamiche che si propagano in una dissoluzione formale con una cromia lussureggiante.
La malinconia contemplativa modula gli accenti timbrici con una orchestrazione pittorica ricca di contrasti enarmonici e processi contrappuntistici che modulano intense tonalità maggiori e minori in un fantasmagorico gioco di rimandi ed echi che ci donano atmosfere solari permeate di una eterna gioia di vivere.
Sono dipinti, questi, importanti e bellissimi. Essi recuperano atmosfere liricheggianti di un decadentismo dannunziano che ci porta l’eco della dimensione orfica di un Robert Delounnaise, di un Kupka e di un Costantin Ciurlionis più che di un Balla o di un Boccioni.
Gli stessi stilemi di un cubofuturismo a me sommamente cari e da me rielaborati, sono qui, in queste opere di Fernanda, oserei dire quasi decantati, depurati dalla elaborazione matematica e scientifica dei primi futuristi, per assumere invece la dilatata dimensionalità di “pittura totale musicalista”, permeata di un candore incantato, trapunto dei profumi suggestivi di primavera
in fiore, simbolo dell’eterna giovinezza.
(da Villa ilParnaso – 11 settembre 2005 – W.Tode)
LA CHIESA DELLA SALUTE, A VENEZIA, NEL LINGUAGGIO GRAFICO DI FERNANDA PASINI
Il termine xilografia deriva etimologicamente dal greco e vuol dire scrittura su legno e designa l’arte di incidere il legno per ottenere una matrice da stampa.
Il supporto, il legno oppure il linoleum, viene scelto in virtù del tipo di lavoro al quale è destinato.
Un legno molto duro, come i moderni legni sintetici, è l’ideale per lavori incisori di fine tratteggio, lavori che richiedono segni intagliati molto ravvicinati per elaborazioni grafiche complesse; la compattezza delle fibre evita che gli intagli si scheggino durante la complessa esecuzione del lavoro.
Pochissimi artisti contemporanei si dedicano con profitto di ricerca alla sperimentazione grafica delle tecniche incisorie; Fernanda Pasini è un’eccezione.
L’artista modenese, che si è formata alla mia scuola e didattica, si è impegnata con tutto il suo talento creativo, l’entusiasmo e un’insaziabile curiosità, acquisendo in poche settimane gli stilemi incisori della xilografia.
In un turbinio grafico di strutture e dinamiche plastiche, in una potente scomposizione figurativa e con un ritmo serrato chiaroscurale ha creato questo stupendo capolavoro a quattro colori che è la “Chiesa della Salute di Venezia”.
Esso nasce dalla torchiatura a mano di quattro legni incisi e modellati con una sapienza compositiva rara, con sintesi formali, linee-forza e preziose tessiture materiche, effetti grafici che paiono imitare le raffinatezze delle acquetinte o la sapiente euritmia cromatica della litografia. Fernanda Pasini si è cimentata con uno straordinario furore creativo nella realizzazione incisoria di molteplici esemplari e soggetti xilografici, consoni alla sua originale ricerca compositiva del cubo-futurismo; ciò fa di Lei un’artista tra i più originali e dotati degli ultimi anni, una certezza qualificata della cultura figurativa contemporanea, una grande artista dotata di una straordinaria sensibilità cromatica e fantasia creativa.
William Tode, Aprile 2007
William Tode