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HANNO SCRITTO
Luca Bonucchi
Critico dell'Arte
Modena
“STATI D’ANIMO”
ANALISI SULLA PITTURA DI FERNANDA PASINI
di Luca Bonucchi
Nasce in un attimo l’idea, l’impulso creativo, proiezione “umanizzante” di uno spazio irreale che si nutre di emozioni, sensazioni, fugaci moti dell’animo umano.
Lo sguardo che non conosci, l’immenso che non ti aspetti, il passato che non ricordi. Colori, Ombre schive ed inquiete; vorresti fissarle nella mente; no, anzi“odorarne” l’inebriante scia, ma senza fermarle che nondimeno ne perderebbero l’ essenza, ciò che le rende impalpabili, improvvise, palpitanti; ciò che le rende Arte.
La nota che non ti aspetti: lungo un marciapiede, nel folto del bosco o come sperimentò John Cage in una stanza vuota ed isolata. E allora musica, sì. Accordi: La – Mi – Re – Mi; armonie, poi singole battute;
- Piano: Sol # Maggiore - Fa Maggiore - Mi Minore - Do # Maggiore;
Senza soluzione di continuità sempre più veloce;
- Allegro: Mi b maggiore – Fa # maggiore – La Minore.
Infine:
- Fortissimo e caotico: Fa Maggiore - Re Minore - Mi - Sol - Do - La - Stop………….
.…una pausa sì, perché anche il silenzio può essere Arte; o almeno, lo è per me.
E’ così che nei meandri della mia solitudine d’intellettuale, esulto anche solo all’idea di incontrare artisti come Fernanda Pasini, poiché, tramite le loro opere, mi rendono partecipe dell’ atto creativo, frammento infinitesimo di quel “Creterra” di Apuleiana memoria che è calice del Sapere, fonte della Conoscenza alla quale noi tutti vorremmo assurgere.
In particolare, di questa pittrice modenese vorrei mostrarvi un dipinto che ritengo, in ultima analisi, fra i più importanti e rappresentativi delle sue qualità artistiche ed umane. Si intitola “Stati d’Animo” ed è un’opera “fresca”, fortemente permeata d’istintività. In essa la Pasini ha saputo guidare sapientemente le proprie emozioni ottenendo come risultato un quadro ben equilibrato dalla forte impronta Futurista. In linea con questa gloriosa Scuola è l’intensità cromatica, così come il suo dinamismo astratto in un ideale dialogo a distanza con gli “Stati d’animo” di Balla, ma rielaborato in maniera del tutto personale. Originale è la gestualità di una pennellata che fa “vibrare” i colori enfatizzando la dinamica propria dell’opera e amplificandone la musicalità. Altrettanto originali sono i contenuti espressi dall’anima introspettiva del dipinto; linee e colori sono qui fusi al servizio dell’artista perché ne descrivano la psicologia così come viene letta dal suo sub-conscio.
A livello dinamico, l’opera gravita attorno ad un centro focale, origine di una vera e propria esplosione di linee-forza. Situato centralmente, dà vita a dinamiche ascendenti a carattere parabolico e iperbolico, sapientemente accostate ad elementi cromatici di grande propulsione come l’arancio, il giallo di cadmio arancio e il giallo-verde. Tali dinamiche indirizzano il nostro sguardo verso punti di fuga non più dotati di un’univoca collocazione spaziale; essi rappresentano uno spazio-immagine infinito, avvertibile solo dal nostro udito e visibile solo agli occhi della mente.
Le linee-forza a carattere discendente invece, risentono fortemente dell’attrazione gravitazionale esercitata su quest’ultime da vibrazioni viola-blu di Prussia situate nella parte centro-bassa dell’opera; in esse il dinamismo cede il passo ad una preponderante matericità. Tali linee si contorcono per effetto della gravità fin quasi a piegarsi su se stesse; è così che i fucsia, i rosa e i blu ad esse associate “sopravvivono” in uno stato di equilibrio instabile che dona ancor più pathos e tensione.
Dall’analisi del colore è possibile individuare il carattere introspettivo del quadro che si manifesta, in primis, nell’uso prevalente del blu-azzurro. Tali colori rimandano infatti ad una potenziale espressività o meglio evidenziano nella pittrice una inconscia necessità di esprimere quelle qualità evidenziatesi dall’utilizzo dell’azzurro. Questo colore soprattutto, più volte adottato dalla pittrice modenese quale “imput” per la composizione di dipinti, svela una sensibilità artistica capace di proiettare all’esterno la propria realtà interiore, sublimando il consueto utilizzo dei cinque sensi.
In tale dominante l’artista sviluppa originali dinamiche dai colori carichi di implicazioni psicologiche; a quelle discendenti sono accostate tonalità di viola e blu di prussia, vibranti in turbini che rivelano la parte più inquieta e conflittuale dell’artista. Sono colori che veicolano sensazioni di ansia ed angoscia; raccontano di un generale stato di tensione e costrizione dei bisogni della pittrice.
In opposizione a ciò, l’intensità cromatica delle dinamiche ascendenti, (fatte di vermiglioni, gialli aranci e giallo-verdi più o meno velati su di un fondo azzurro chiaro), mostrano dell’artista l’indole più legata alla vitalità ed aperta alla realtà esteriore. La vibrazione azzurra di fondo, qui più che altrove, rivela della Pasini una genuinità certamente associabile a quella natura fanciullesca che ancora oggi sopravvive nella pittrice adulta. In questo ambiente permeato di magia, le dinamiche ascendenti iperboliche accostate a velature di giallo implicano una tensione atta ad esprimere un forte desiderio di mutamento; il giallo infatti sottolinea una capacità di scelta che si manifesta attivamente nei gialli-aranci fino ad esibire con l’arancio vermiglione tutta l’energia femminea dell’artista e la sua attiva ricerca creativa. Nell’ascensione verso spazi proiettivi, il giallo vira a giallo-verde sublimandolo; con l’azzurro poi che ne amplifica le sonorità manifesta dell’artista modenese una velata volontà di autoaffermazione e desiderio di trovare risposta a quesiti riguardanti la spiritualità; laddove l’empirico si piega e lascia spazio al trascendentale.
Alle ampie velature è infine riconducibile, grazie al loro dinamismo, lo sviluppo nell’opera di volumi squisitamente ideali che permettono allo sguardo di spaziare e di perdersi, privo com’è di punti di riferimento, in quella dimensione alternativa, fatta di musica e colore, di cui Fernanda Pasini ci ha reso partecipi.
Pavullo nel Frignano (Mo), 01 agosto 2005
Luca Bonucchi